Il Cammino di San Benedetto si estende per trecento chilometri, partendo dalle propaggini dei Monti Sibillini a Norcia e attraversando luoghi di grande importanza nella vita del santo fino ad arrivare a Subiaco, nell’alta valle dell’Aniene, e poi a Cassino, nella valle del Liri. Questo percorso prevede sedici tappe che si snodano attraverso sentieri, carrarecce e strade poco trafficate, tra le valli e i monti dell’Umbria e del Lazio. Non si tratta solo di un viaggio nel mondo benedettino, ma anche di un autentico pellegrinaggio che attraversa i luoghi di santi a volte molto popolari, come Rita da Cascia, Francesco d’Assisi e Tommaso d’Aquino, ma anche di altri meno noti come Giuseppe da Leonessa o Agostina Pietrantoni.
Stora e vita di San Benedetto da Norcia
Il ritratto di Benedetto da Norcia ci è giunto attraverso i “Dialoghi” di san Gregorio Magno, che dedicò un intero libro alla sua vita. Sebbene scrivere la vita di un santo significhi solitamente narrare i suoi miracoli per celebrarne le virtù, Gregorio scrisse la sua opera in un’epoca in cui l’Italia era invasa dai Longobardi, quindi l’obiettivo era incutere rispetto per la religione cattolica.
Benedetto da Norcia, tuttavia, non è un mito creato per propagandare l’ideale monastico, ma un personaggio realmente esistito, la cui grandezza ha superato tutti i suoi contemporanei.
Nato intorno al 480 a Norcia, San Benedetto si ritirò presto nella solitudine della valle dell’Aniene, dove la sua fama di santità gli attirò numerosi discepoli. Fondò vari monasteri, tra cui l’abbazia di Montecassino, dove donò ai suoi monaci la Regola e dove morì nel 547. Il suo ritratto è sia un libro di edificazione popolare che una teologia della vita monastica, e ci ha permesso di conoscere la sua vita e la sua grandezza nonostante le epoche più travagliate della storia d’Italia.